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Eliski nel nostro Appennino? No grazie! Stampa
Scritto da Administrator   
Ven 25 Dicembre 2009

E' dei primi di dicembre la notizia che la stazione sciistica di Febbio (monte Cusna appena dietro il confine nord della Garfagnana, a un tiro di schioppo dal monte Prado "top" della Garfagnana e dell'intera Toscana) ha avuto l'autorizzazione anche per 4 domeniche di eliski nel calendario invernale 2009-2010. Le giustificazioni all'avvio e all'organizzazione di questa pratica "sportiva (???)" sono contenute in articoli di stampa rimbalzati sulle testate locali reggiane anche grazie al NO  del CAI Reggio sull'argomento. Le motivazioni sono sempre le solite: promozione turistica, emulazione delle altre stazioni sciistiche, ampliamento dell'offerta. Un quadro sintetico delle posizioni in campo è rilevabile da questi articoli: uno favorevole e  uno contrario .

Le considerazioni da fare dal nostro punto di vista sono un po' diverse e devono partire da un quadro globale della situazione della nostra montagna appenninica che i cambiamenti climatici stanno portando a quota "margherite" e non "piste da sci". Inoltre è da rimarcare il cambiamento nella qualità delle precipitazioni nevose degli ultimi anni con preponderanza di nevi bagnate o mal conformate perchè grandinose o temporalesche anche di dicembre e gennaio. Abbiamo visto già tre volte, in quest'inizio di stagione, nevicate invernali fondere e sparire in 48 ore, o neve fredda far "le ciambelle", come di maggio, il giorno dopo la precipitazione. Nevi pericolose, come quelle dello scorso inverno, che hanno portato anche noi tranquilli e prudenti scialpinisti appenninici a conoscere le devastanti valanghe a lastroni di neve pesante o il crollo improvviso di intere grandi pareti innevate come rilevato di persona e segnalato lo scorso marzo, al SAST, riguardo alla parete sud del Pisanino scesa di botto, per fortuna, di venerdì.

La stazione sciistica di Febbio non decollerà per 4 domeniche di eliski, un parco non perderà credibilità per aver dato 4 permessi domenicali di sorvolo sul Cusna, ma resta l'amaro in bocca dell'assenza di fantasia e della scarsa originalità delle proposte per la gestione della montagna con la pochezza delle argomentazioni tipo: "lo fanno a Cortina, ad Aspen (!!!) e al Cimone.... porterà turisti e denaro anche qui!"

Il mix di natura, cultura e montagna, del crinale appenninico dei versanti Reggiano e Garfagnino, può decollare non in elicottero (e in particolare non vorremmo in elysevice che preferiamo ricordare come partner storico in soccorsi da manuale prima dell'arrivo del pegaso del 118) ma con una progettazione integrata e slegata dai capricci del clima e della neve che porti il mix cui si accenava sopra ad essere attrattivo e valido.

Forse un pastore con un gregge di razza in via d'estinzione e ottimi formaggi in un agriturismo/rifugio, o un ufficio guide che programmi trekking tutto l'anno ad alta e bassa quota sulle diramazioni della Francigena o sull'anello del quasi dimenticato "Garfagnana Trekking", avrebbero più chance di successo e testimonierebbero la presenza di qualcuno che lavora seriamente per il futuro del nostro Appennino.

 

CAI Garfagnana

Eugenio Casanovi - presidente

Pietro Bonucci - responsabile sezionale TAM


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immagini da vari  forum su eliski al cusna reperite su internet (scattate nel marzo 2009)