Campanice significa letteralmente ``campo seminato a panico". Silvio Pieri, nella sua corposa opera di fine Ottocento "toponomastica delle valli del Serchio e della Lima", ci spiega infatti come in "cam(pu) panicae" la forma plurale assuma il significato di collettivo. Nell'area apuo‑garfagnina sono molte le località derivanti da tale coltura (Vico Pancellorum, Panicate, Panigale, Panicata, Pampanicala, Pianpanicale, Panappatreglio, Panicaglia), già praticata in età molto antiche. Nel castellaro di Zignago ad esempio ne sono emersi residui appartenenti al bronzo finale, insieme a vari tipi di grano, orzo, miglio, fave e piselli ("Il museo del Territorio dell'Alta valle Aulella". Il Puntato, è un antico villaggio alpestre di baite in pietra , sorge in una suggestiva conca prativa tra i 1000 - 1100 mt s.l.m., sovrastata da un maestoso panorama di vette imponenti quali il Monte Corchia, il Monte Freddone, il Pizzo delle Saette e la Pania della Croce.
Si tratta di un'area incontaminata e raggiungibile solo a piedi, su sentiero CAI.
Colle di Favilla (m. 940), paesucolo completamente disabitato da tempo, ma che fin verso il 1940 possedeva persino il parroco (l’ultimo fu Don Cosimo, noto per l’ospitalità agli alpinisti di passaggio). Alcuni superstiti, nel frattempo trasferitisi in Versilia ed in Garfagnana, decisero nel 1970 la ristrutturazione della chiesetta, distrutta da mani sacrileghe nel 1968. Una lapide posta alla sinistra dell’ingresso ricorda Don Cosimo. Oltre alla presenza di un’ottima fonte, al Colle di Favilla è giusto dedicare qualche minuto all’inquietante visita del cimitero ubicato a monte, in un certo senso seguito fino al 1961, anno in cui furono registrate le ultime presenze stabili (una decina di persone) in paese. In origine Col di Favilla era un alpeggio subordinato a Levigliani, praticamente vissuto stagionalmente, almeno fino al 1880, quando si trasformò in stabile dimora.
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